Il riutilizzo delle acque reflue depurate, definito come la più grossa sfida del 21esimo secolo, rappresenta un approccio evoluto e razionale all’uso della risorsa idrica. Il vantaggio economico del riutilizzo risiede nel fornire un approvvigionamento idrico alternativo, valido almeno per gli usi che non richiedono acqua di elevata qualità.
Quando le acque reflue trattate devono essere riutilizzate, è necessario un ulteriore trattamento al fine di ridurre al minimo i rischi sanitari e ambientali e garantirne la qualità e l’idoneità all’uso previsto. Il trattamento aggiuntivo è chiamato trattamento di affinamento e viene effettuato come processo aggiuntivo nell’impianto di trattamento delle acque reflue. L’obiettivo principale del trattamento di affinamento è rimuovere agenti patogeni e contaminanti chimici.
trattamento di affinamento
Ogni tecnologia di affinamento ha le sue caratteristiche e di solito è necessario utilizzare una combinazione di due o più tecnologie per raggiungere i livelli di qualità dell’acqua richiesti. La scelta della tecnologia di affinamento deve tenere conto di diverse premesse, quali la qualità e la quantità di acqua da affinare, la qualità finale richiesta per l’uso specifico, il costo economico e l’impatto ambientale.
Principalmente si usano le seguenti tecniche:
- Tecnologie a membrana
- Filtrazione a Quarzite e Carbone Attivo
- Trattamenti terziari Fisico-Chimici
- Fitodepurazione
- Tecnologie di disinfezione
Cosa prevede la normativa sul riutilizzo dell’acqua reflua trattata?
RIUTILIZZO ACQUE DEPURATE – IMPIANTI DI TRATTAMENTO REFLUI URBANI
I grandi impianti di trattamento delle acque urbane, provenienti dai siti residenziali e industriali, i cosiddetti ”depuratori comunali”, da molti anni sono gestiti da società private o private a partecipazione pubblica, che gestiscono il ciclo integrato dell’acqua.
In Italia, grazie al continuo progresso tecnologico, la qualità dell’acqua depurata in uscita da questo tipo di impianti è in continuo miglioramento e ciò ha fatto sì che sia cresciuta la tendenza a riutilizzare l’effluente, dopo un ulteriore fase di affinamento, per uso “tecnico”:
- Uso irriguo
- Civile
- Industriale
Gli articoli 99 e 101 comma 10 del D. Lgs 3 n. 152/2006 e s.m.i. , il D.M. n. 185/2003, che è il riferimento attualmente in vigore nell’ambito della disciplina tecnica per il riutilizzo delle acque reflue, promuovono la possibilità di riutilizzare l’acqua trattata, definendo i limiti di concentrazione delle sostanze inquinanti da rispettare a seconda del tipo di destinazione d’uso del depurato.
Le reti di distribuzione delle acque reflue recuperate sono separate e realizzate in maniera tale da evitare rischi di contaminazione alla rete di adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano.
Il titolare della distribuzione delle acque reflue recuperate cura la corretta informazione degli utenti sulle modalità di impiego, sui vincoli da rispettare e sui rischi connessi a riutilizzi impropri.
RIUTILIZZO ACQUE DEPURATE IMPIANTI DI TRATTAMENTO INDUSTRIALI
Per gli impianti di trattamento delle acque reflue situati all’ interno delle piccole, medie e grandi attività industriali, le Norme Tecniche del D.M. n.185/2003, per il riutilizzo degli effluenti dei depuratori, non disciplinano il loro riutilizzo presso lo stesso stabilimento o consorzio industriale che le ha prodotte.
Questo significa la possibilità di autogestire la “risorsa”, considerando la qualità finale richiesta per l’uso specifico.